Editoriale Russisti Anonimi

Oggi abbiamo il piacere di raccontarvi la storia di uno dei membri più appassionati della nostra community. Abbiamo conosciuto Luca su Instagram, ci seguiva da un po’. Quando ci ha scritto per condividere con entusiasmo il suo percorso con la lingua e la cultura russa e noi non potevamo dirgli di no.

Luca ha deciso di aprirci le porte della sua esperienza personale: un viaggio iniziato tra videogiochi e Stalingrado virtuale, passato attraverso le pagine immortali di Dostoevskij, Tolstoj e Bulgakov, e cresciuto fino a trasformarsi in un legame profondo con la lingua, la letteratura e le persone che ha incontrato lungo la strada.

La sua è la storia di uno studente che, passo dopo passo, ha scoperto quanto la Russia possa parlare al cuore anche quando la si sfiora da lontano. Tra occasioni mancate, nuove opportunità, incontri speciali e un amore letterario che lo ha accompagnato fino alla tesi, Luca ci mostra come la passione possa superare le distanze, le difficoltà e perfino i confini geopolitici.

Siamo felici di condividere con voi il suo percorso: autentico, umano e sorprendentemente vicino a ciò che molti di noi provano quando si innamorano di una lingua e di un mondo diverso dal proprio. Buona lettura!


Io e la Russia. Da Call of Duty a Bulgakov

Ciao a tutti! Oggi voglio raccontarvi la mia avventura con la lingua e la cultura russa. Per facilitare la comprensione, dividerò la mia storia in una prima parte più biografica e una seconda più incentrata su considerazioni personali.

Preludio. Svago e storia

Da bambino, ebbi la mia prima esperienza con la Russia tramite la mia passione per i videogiochi. Tra le elementari e le medie, iniziai a giocare a vari titoli del franchise videoludico di guerra per antonomasia, ossia Call of Duty.

È qui che sentii per la prima volta la lingua russa, con i nemici che urlavano e imprecavano. All’epoca, la trovavo una lingua abbastanza buffa, tant’è che io e mio padre, senza capire cosa dicessero, scimmiottavamo le varie espressioni facendoci due risate. 
Successivamente, arrivò Call of Duty: World at War (2008), che mi fece conoscere la Russia a livello storico, combattendo tra le strade e gli edifici di Stalingrado fino al riscatto finale a Berlino. 

Allora ero un ragazzino, non conoscevo cose come la propaganda o la Grande guerra patriottica, resta il fatto che quella parte di Russia mi affascinò molto e alimentò la mia passione per la storia.

Durante le superiori, mentre diventavo uno dei tanti adoratori degli Stati Uniti, conobbi comunque altri eventi importanti della storia russa, come la Rivoluzione d’Ottobre, l’ascesa di Stalin per poi ritornare al secondo conflitto mondiale.

I primi passi: Laurea Triennale

La mia strada con la lingua e la cultura russa iniziò ufficialmente quando mi iscrissi a Civiltà e lingue straniere moderne. Non c’era chissà quale motivazione, volevo tentare qualcosa che non avevo mai provato fino a quel momento…

…non l’avessi mai fatto.

All’inizio, ci misi ovviamente un po’ per abituarmi alla composizione e struttura della lingua. Sfido chiunque a non disperarsi la prima volta che scopre i famigerati verbi di moto e le infinite eccezioni dietro a ogni regola. Ciononostante, iniziai a seguire russo con interesse. 

C’è da dire che il mio percorso universitario con russo non è sempre stato ottimale per via del metodo d’insegnamento delle lingue ancora incentrato di più sulla grammatica e la traduzione. È qualcosa che devo ancora superare. Capita ancora di provare qualche incertezza nel buttarmi e provare, che sia nel fare conversazione, ascoltare video o guardare film in originale, questo per l’ansia di non sapere d’anticipo cosa si dicono i personaggi o di cosa si parla.
Ma vogliamo parlare della mia sfortuna? Al secondo anno di triennale, tramite un bando, sarei andato a studiare per 3 mesi alla MGPU di Mosca, ma il tutto fu impedito dal coronavirus. Senza parlare dell’escalation del caso Ucraina nel 2022. 

Fortunatamente, ad aiutare lo studio della lingua, oltre al canale YouTube Russian with Max, ci pensò la letteratura, a cominciare dal poeta russo per eccelenza, vale a dire Aleksandr Puškin. Tra l’altro, l’esame di Letteratura russa I, dato nel lontano 21 dicembre 2018, è stato il mio primo esame universitario.

Poi lo ammetto, leggere L’idiota di Dostoevskij prima di dormire (situazione simile fu Il dottor Živago di Pasternak) non è stata la migliore delle idee, ma dovevo incastrare tutti gli impegni universitari. Non parliamo di Anna Karenina di Tolstoj, che non potei leggere perché cancellarono l’ordine e mi presentai all’esame del secondo anno basandomi solo sugli appunti. Nel complesso, però, questi autori mi introdussero alla complessità della letteratura (e mentalità) russa, quindi alla necessità di aguzzare i sensi e la percezione delle cose per addentrarmi meglio in quel mondo.

Vi dirò di più, la letteratura russa mi appassionò sempre di più per due motivi principali. Uno fu la mia insegnante (avuta in triennale e in magistrale) con la sua passione per la materia, nonché la sua capacità di indagare i vari scrittori e le rispettive epoche. L’altro motivo fu Il Maestro e Margherita di Michail Afanas’evič Bulgakov. 

Pur non avendo colto vari aspetti quando lo lessi per Letteratura russa III, ha indubbiamente smosso qualcosa in me. Per di più, per uno che stava recuperando un sacco di film, tra cui Fight Club (1999), le gesta di Woland a Mosca e lo sdoppiamento di Ivan furono una miscela esplosiva.

Riscoprire se stessi: Laurea magistrale

Il mio interesse per la Russia crebbe esponenzialmente con la magistrale. In particolare, grazie a delle studentesse madrelingua, iniziai a conversare in maniera più libera, non solo vincolata allo studio. Ricordo che spesso mi scusavo per i tanti errori, ma loro mi rassicuravano, anzi apprezzavano molto che un italiano studiasse russo e ci tenesse molto a stabilire una connessione con la Russia e la sua gente. 
Rimasi colpito dalla loro disponibilità, comprensione e gentilezza, il che non fece che aumentare la mia passione verso il loro paese, a braccetto con la visione di film russi, da Va’ e vedi (1985) a Stalker (1979), a Ironija sud’by, ili S lëgkim parom! (1975, provato in originale sotto Natale!) e altri. Tra l’altro, condividevamo anche la frustrazione e distacco dai nostri rispettivi governi. Come si dice, eto vsja politika.

Inoltre, è assieme a loro che ho vissuto un evento cardine del mio percorso. A dicembre 2023, per una piccola festa universitaria a tema natale russo, io e due di loro recitammo una scena presa da Zima v Prostokvašino (Inverno a Prostokvašino), film d’animazione sovietico del 1984. Una di loro fece il postino Pečkin, l’altra fece il cane Šarik e io ero il gatto Matroskin.

Non dimenticherò mai quel giorno: oltre al divertimento nella preparazione e nell’esibizione, sentii una forte vicinanza tra di noi, come fossimo una cosa sola. Dulcis in fundo? Dopo la recita, uno degli invitati mi fece i complimenti per l’interpretazione e addirittura mi chiese se ero madrelingua. 

Che momento…

In contemporanea, iniziai a frequentare dei convegni, proposti dall’università, inerenti alla Russia, da Vasilij Grossman ai funerali sovietici, alla tragica storia di Sandarmoch. Una volta, si tenne un incontro sui prigionieri politici in Russia e ci fecero scegliere un prigioniero dall’elenco per scrivergli una lettera. Non ho mai ricevuto risposta (non che avessi quali aspettative, viste le circostanze), ma quel gesto mi fece comunque sentire ancora più coinvolto.

Italia e Russia: La tesi magistrale

Intenzionato a proseguire il discorso, iniziato nella tesi triennale, sulla natura multipla della realtà attraverso l’analisi di un libro e i suoi personaggi, decisi di unire ciò alla mia passione per la Russia nella tesi magistrale. E fu così che tornai nel mondo de Il Maestro e Margherita di Michail Afanas’evič. 

Rileggere quel libro, stavolta in originale, con la mente più attenta, mi fece vivere appieno quel mondo, dove provai ogni genere di emozione. Quando terminai il lavoro, provai un po’ di dispiacere, non volevo separarmi dai suoi protagonisti che avevo analizzato a fondo: la grottesca magniloquenza di Woland e compagnia, i tormenti esistenziali del Maestro, l’evoluzione interiore di Ivan, fino all’auto-affermazione di Margherita in un romanticismo tragicamente commovente. 

Nota a margine, la preparazione della tesi è stata anche spronata dalla visione di una conferenza a riguardo su YouTube, fatta dal professor Alessandro Barbero, a cui scrissi una mail per ringraziarlo e, incredibile ma vero, lui mi rispose facendomi gli auguri.

Pur avendo scritto soltanto un sotto-capitolo della tesi in russo per questioni di tempo, è stato un traguardo importante su più fronti. In altre parole, la scelta dell’opera, dell’autore e del paese trascendeva l’interesse personale, era come un atto di sostegno verso un legame, fra italiani e russi, che oggi più che mai è messo alla prova, una missione che intendo portare avanti sino alla fine dei miei giorni.

Una storia complessa e meravigliosa

Volendo tracciare un quadro complessivo, posso dire che la lingua e la cultura russa inizialmente mi parvero molto distanti. Intendiamoci, in parte lo sono, ognuno ha le sue peculiarità, ma comunque, per quanto interessanti, percepivo la Russia come alquanto lontana. Tuttavia, leggendo tra le righe dei suoi libri e interagendo con le persone, quella distanza venne sempre meno. A un certo punto, mi sentii come se avessi familiarità con questa realtà da tempo, pur non avendoci mai avuto a che fare. 

Inoltre, concordo sul fatto che la Russia (se non il mondo slavo in generale) non esercita lo stesso fascino sulle persone come il mondo anglosassone, il che potrebbe far pensare che i russi siano effettivamente quel popolo freddo che si vede in molti film, ma la realtà è ben altro: semplicemente, la Russia non è per chiunque, ma solo per chi ha la mente più aperta e un cuore più grande, per chi vuole sinceramente mettersi in gioco. E questa passione e vicinanza con la Russia mi hanno aiutato, soprattutto nel superare gli effetti della pandemia e affrontare il complicato periodo attuale.

Al tempo stesso, riconosco che scavare a fondo nella russkaja duša comporti sempre delle difficoltà: più cose si scopre, più capita di ritrovarsi dei motivi per smettere di interessarsi alla Russia. Eppure, tali situazioni generano in me una sorta di “paura benefica”, nel senso che comprendo come la mia insicurezza nell’approcciarmi alla Russia sia veicolata da quanto ci tengo a essa, questo mi spinge ad andare avanti.

Il punto non è da quanti anni me ne interesso, il punto è semplice quanto profondo: come potrei mai separarmi da un mondo così diverso, eppure così affine al mio come la Russia? 

Per concludere, indipendentemente da cosa accadrà negli anni a venire, una cosa la so per certo: la Russia avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Spero in futuro, visitando il paese di persona, di entrare sempre di più a contatto con esso, la sua cultura e la sua gente che già tanto mi hanno dato.

Nota di pronuncia: come leggere correttamente “Ironija sud’by, ili S lëgkim parom” ?

Ascolta la pronuncia autentica del nostro madrelingua Maxim.
E tu riesci a ripeterlo allo stesso modo?

Nota di pronuncia: come leggere correttamente “Zima v Prostokvašino“?

Ascolta la pronuncia autentica del nostro madrelingua Maxim.
E tu riesci a ripeterlo allo stesso modo?

SITOGRAFIA (in ordine di apparizione)

 “Call of Duty 2023 logo”, Wikipedia Commons, online: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Call_of_Duty_2023_logo.svg                                     
(Data ultima consultazione : 14 novembre 2025).
 EISEN, Andrew, FAULKNER, James, and HOWE Kojo (eds.), “Vendetta”, IGN, online: https://www.ign.com/wikis/call-of-duty-world-at-war/Vendetta (Data ultimo aggiornamento : 26 febbraio 2013).
 “Fall of Berlin – Call of Duty: World at War mod” (2018), ModDB Home, online: https://www.moddb.com/mods/fall-of-berlin/images/20190804193847-11 (Data ultima consultazione : 14 novembre 2025).
 ZOLA, Matteo, “Il Maestro e Margherita, il mio libro del cuore” (5 gennaio 2022), East Journal, online: https://www.eastjournal.net/archives/121652 (Data ultima consultazione : 14 novembre 2025).
 MANCANIELLO, Andrea, “Il Maestro e Margherita” (20 giugno 2025), Arte e Arti, online: https://www.artearti.net/emozioni_visive/il-maestro-e-margherita


  • Fëdor e il mistero della fede

  • Io e la Russia. Da Call of Duty a Bulgakov

  • “C’era una volta l’URSS. Storia di un amore”. Intervista a Laura Salmon

  • Un villain che non muore mai: Koščej Bessmertnij

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