
La Russista del mese:
Maria Grazia Muccio
Classe 1996, insegnante di lingua russa e appassionata del mondo slavo. Laureata in Lingue e Letterature Moderne col massimo dei voti.
La pittura, lo sport e la lettura sono i miei hobby e naturalmente la mia gatta Tiger! Come articolista, ho finalmente trovato voce e sono felice di poter condividere diverse curiosità con i lettori attraverso la rubrica “Russista del mese”. Pokà, pokà!
Contatti di Maria Grazia:
Editoriale Russisti Anonimi
L’immaginario folklorico slavo è un patrimonio antichissimo e sterminato, un intreccio di miti, fiabe e leggende che affondano le radici negli usi e nelle credenze degli antichi popoli slavi. Questo universo, mantenuto vivo nella memoria collettiva e celebrato come tratto distintivo dell’identità nazionale, è il luogo liminare in cui naturale e soprannaturale si toccano, dove i confini tra luce e ombra si confondono.
Da questo pertugio magico fanno il loro ingresso divinità primordiali, spiriti della natura e creature fantastiche, la cui caratteristica più affascinante è spesso una duplicità intrinseca.
Molti dei personaggi che popolano questi racconti, infatti, incarnano un’ambiguità seducente e a tratti malefica: la Baba Jaga, custode di saggezza e conoscenza, è anche simbolo di malvagità e inganno; le Rusalka, ninfe delle acque e lontane cugine delle sirene di Omero, con la loro bellezza possono condurre giovani uomini alla morte; il Lešij, lo spirito dei boschi che protegge la foresta, ma trova piacere nel far smarrire i viandanti.
Questa stessa dualità ritorna in una delle figure più enigmatiche del pantheon slavo: Koščej l’Immortale, raffigurazione della lotta eterna tra bene, e male e protagonista dell’articolo scritto dalla nostra Russista del mese. Maria Grazia Muccio ci accompagna oltre la superficie delle fiabe, per svelare l’oscura verità del demone che non può morire.
Ну что, пошли?
Un villain che non muore mai: Koščej Bessmertnij
Avete mai provato ad immaginare un personaggio talmente potente da non poter morire, ma allo stesso tempo talmente fragile da poter essere sconfitto in un colpo? Ebbene sì, il villain per eccellenza delle fiabe slave, un personaggio che ha attraversato secoli e secoli di racconti, musica, letteratura e perfino cultura pop moderna, parliamo di Koščej Bessmertnij! Da un punto di vista linguistico “Koščej” potrebbe derivare dal sostantivo kòst’= osso, tant’è vero che nel linguaggio colloquiale russo esiste un’espressione simile per definire una persona che necessita di una dieta “al contrario”- chudèt’ kak Koščej- diventare magro come Koščej, mentre l’aggettivo “Bessmèrtnij” è traducibile appunto
con “immortale”.

Ma chi è davvero costui?
Koščej è una figura archetipica del folklore slavo, una sorta di Voldemort o un Thanos in salsa Est-Europea, descritto infatti come un vecchio malvagio, astuto, manipolatore, dall’aura inquietante, carnagione bianca cadaverica, fisico scheletrico e sguardo penetrante. Secondo Vladimir Propp, Koščej riveste alla perfezione i panni dell’antagonista: ostacola l’eroe, rapisce la principessa ed incarna pertanto la prova da superare per il protagonista, nonchè la sfida finale con cui si raggiunge il culmine della narrazione.
Tuttavia ha un punto debole…
Nonostante possa sembrare invincibile, Koščej possiede un tallone di Achille: la sua anima è imprigionata in un ago, a sua volta incapsulato dentro un uovo, il quale è racchiuso dentro un’anatra, la quale è dentro un coniglio, custodito dentro una cassa, sepolta su un’isola sperduta. Solo colui che troverà e distruggerà questo oggetto, potrà finalmente sconfiggerlo.
Koščej in Letteratura
Koščej fa la sua comparsa in molte opere dell’antologia russa, per lo più si tratta di racconti tradizionali, si segnalano in particolar modo “L’Uccello di Fuoco e la
Principessa Vassilissa” , “La Principessa Rana”e “Mar’ja Morevna”, storie avvincenti dove il coraggioso Principe Ivan salva la bella fanciulla, cioè Vassilissa, dalle grinfie dello stregone Koščej.
Koščej nella Musica
A fissare l’immagine di Koščej nella cultura musicale e teatrale russa ci ha pensato il compositore Nikolai Rimsky-Korsakov, il quale ha dedicato al personaggio un’opera risalente ai primi del ‘900 “Kashchey the Immortal”, che consta di 1 atto e 3 scene. L’orchestra trasporta il pubblico in un’atmosfera di magia e mistero, enfatizzata soprattutto dall’arpa e dal flauto, non è da meno il ruolo giocato da ottoni, archi e percussioni con i quali il ritmo assume toni più tesi ed incalzanti. Il tutto fu messo in scena per la prima volta al Teatro Solodnikov di Mosca il 12 Dicembre 1902, sotto la preziosa direzione di Michail Ippolitov-Ivanov.
Koščej “Anima Pop”
Per ironia della sorte la figura di Koščej Bessmertnji permane tuttora nell’immaginario collettivo, nel cinema, nei videogiochi e nella cultura pop digitale. È apparso nei film sovietici “Koschei the Immortal” (1945) e “Fire, Water and Brass Pipes”(1967)entrambi con la regia di Aleksandr Rou, dove fantasy e azione si mescolano alla perfezione, inoltre nei videogiochi come “RuneScape” , “The Incredible Adventures of Van Helsing III” o addirittura in “Dominions 4”.
Koščej oggi
Un simile personaggio stimola spunti di riflessione importanti, soprattutto se si legge la storia sotto un’ottica attuale: Koščej Bessmertnji è il predatore che insidia, seduce e rapisce giovani fanciulle, un’interpretazione potente circa la violenza sulle donne, tema che nelle fiabe è stato spesso trasfigurato in forma di simbolo, allegoria impercettibile. Koščej potrebbe essere associato al potere maschile, alla forza coercitiva, all’idea malsana di possesso, un’idea che nuoce alla libertà femminile. Le eroine slave, talvolta ridotte a prigioniere, riacquistano uno status di resistenza, di rinascita, immagini di un femminile che non si piega più dinanzi al controllo o alla sottomissione. In un’era costellata dal dibattito sulla parità e sul rispetto, il mito di Koščej ci rammenta che le sottili dinamiche del dominio, del timore o del silenzio non sono circoscritte solo alle fiabe,e, chissà se un giorno, magari come gli eroi che distrussero l’uovo della sua anima, quel seme di pura malvagità, riusciremo a spezzare quel cerchio di sopraffazione che si perpetua attorno a noi.

Nota di pronuncia: come leggere correttamente “Koščej Bessmertnji”?
Ascolta la pronuncia autentica del nostro madrelingua Maxim.
E tu riesci a ripeterlo allo stesso modo?
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Johns, Andreas. “The Image of Koshchei Bessmertnji in East Slavic Folklore”.
FOLKLORICA – Journal of the Slavic, North European, and Eurasian Folklore
Association, 2000.
Vladimir Propp. “Morphology of the Folktale”.
Rimsky-Korsakov, Nikolai. “Kashchey the Deathless”.
“Kashchey the Deathless” (Film d’animazione, 1945).
Alexandre N. Afanasyev, Fiabe russe proibite, a cura di Pia Pera, con Boris
Andreevič Uspenskij e Giuseppe Pitré, Milano, Garzanti, 1990.
RUSSISTA DEL MESE
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